Alla ricerca della sinfonia del cosmo
Intervista di Giancarlo Passarella, 30 luglio '23
Parliamo di Stelle e musica. Quello che ci racconterai nasce da una domanda, ovvero potrebbero le stelle essere uno spartito
Dovrei raccontarti in breve la storia della mia attrazione stellare.
Come astrofilo principiante, ho passato diverse notti a guardare il cielo stellato e a fare appostamenti con il telescopio, ecc. Sono state tutte esperienze meravigliose che insieme allo studio da autodidatta dell’astronomia mi hanno aperto molto la visione delle cose. Qualche anno fa, ho cominciato a costruire dei pannelli in scala della volta celeste, lluminati, perchè volevo in qualche modo "visualizzare" l'Universo e fermare un istante del tempo, attraverso un quadro. Così oltre al pianoforte e ai sintetizzatori nello studio sono circondato anche dalle stelle.
Premetto che il tutto nasce dalla mia attrazione verso l’Universo e dalla predisposizione a farmi domande, a volte anche un po’ bizzarre. In sostanza mi sono chiesto se le stelle potessero rappresentare lo Spartito del Cosmo, una sorta di “sinfonia infinita” che aspetta soltanto di essere suonata. Così ho avviato una mia ricerca sia indagando le analogie che legano due ambiti molto diversi tra loro, l’astronomia e la musica, sia cercando un metodo applicativo per ovviamente scrivere musica! Una voce dentro di me mi dice che l'Universo ci parla a livello inconscio attraverso la musica: devo cercare una risposta lassù.
Come è nata l'idea ?
L'idea è nata mentre osservavo la carta astronomica di un pannello che ho in studio. Per un attimo mi è sembrato di vedere le linee del pentagramma scorrere nel cielo del disegno: le stelle erano diventate le note. È stato un flash, durato un istante, ma da lì in poi non ho più smesso di pensare a quell’immagine.
Così poi accostando uno spartito alla carta astronomica sono balzate all'occhio certe similitudini, tra le linee delle costellazioni e la travatura delle note, tra le stelle nel piano rispetto alle linee del pentagramma, tra la forma delle stelle e delle note (i pallini per capirsi). Poi mi sono accorto di una cosa molto curiosa, ovvero che il numero delle costellazioni (88) è identico al numero dei tasti del pianoforte (88). La coincidenza numerica, unita al fatto che simbolicamente otto è il numero dell’infinito, mi ha riempito di stupore perché era come aver trovato una sorta di fil rouge tra i due mondi.
Queste considerazioni mi hanno dato la spinta ad avventurarmi in ricerca e sperimentazione per trasformare in musica quello che ho immaginato essere uno spartito naturale infinito, ovvero l'Universo. Dove mi porterà questa ricerca assolutamente non lo so.
Quando hai cominciato a lavorare su questo progetto ? e come si è sviluppato ?
Ho cominciato circa tre anni fa. All'inizio non sapevo da che parte rifarmi, non avevo idea di come fare a tirar fuori delle note musicali immaginando appunto che le stelle fossero “note”.
Quindi, ho pensato fosse necessario muoversi su più fronti, da un lato dovevo sperimentare, verificare in qualche modo l’applicabilità di idee e spunti vari. Ho fatto ricorso alla meccanica classica (Newton per intendersi) come spunto iniziale anche se adesso sto provando ad avventurarmi nella relatività.
L’altro fronte di lavoro è stato quello di cercare fonti storiche confrontando diversi elementi. E qui si è aperto un intero mondo (o universo) di analogie che non avrei mai pensato potessero esistere, molto più curiose (affascinanti) rispetto alle 88 note e alle 88 costellazioni.
Hai usato un approccio scientifico quindi
Innanzitutto, occorre premettere che la musica è fatta di più dimensioni, come l’Universo del resto.
Nella musica le dimensioni più familiari (e che possono avere una analogia con la fisica) sono il suono (frequenza), l’intensità (forza) del suono, la velocità (lento, adagio, allegro, ecc.) e ovviamente il tempo.
In fisica, è fondamentale avere chiarezza proprio delle dimensioni che vogliamo studiare. I corpi celesti hanno un funzionamento intrinseco esprimibile come tempo: basta pensare alla velocità di rotazione di un pianeta o al periodo di rivoluzione intorno a una stella o ad un centro di massa, così come la luce ha un funzionamento basato sulle onde elettromagnetiche. La forza di gravità, elemento fondamentale di tutti i modelli cosmologici, condiziona la vita sulla Terra, i moti del sistema solare e dell’Universo intero. Infine, il tempo e lo spazio sono due dimensioni fondamentali della relatività.
La musica incarna perfettamente queste dimensioni. Se ci pensiamo un attimo l’opera musicale è una forma d’arte dinamica, ovvero ha bisogno dello spazio per diffondere il suono e del tempo per svilupparsi. Come dicevo la mia ricerca non ha un obiettivo scientifico ma artistico. E al punto in cui sono adesso mi ritengo ancora all’inizio di un qualcosa che è in continua evoluzione.
A che punto sei arrivato e quando si concluderà la ricerca ?
Come dicevo all’inizio mi sto avventurando adesso nella teoria della relatività di Einstein, applicando quindi modelli di partenza diversi rispetto a quelli che ho usato fino ad ora, per sperimentare altri risultati musicali. Un ulteriore filone di ricerca si basa sull’applicazione delle curve di luce delle stelle e sto lavorando anche al disegno della prima mappa stellare delle 88 note, con una costellazione unica chiamata “Musica”. Le possibilità sono davvero tante. Nuovi elementi emergono, senza che niente sia definitivo e anche l’applicazione musicale è in continua evoluzione. Penso che sia molto difficile per me prevedere una data di conclusione.
Cos’è per te l’Universo? Come descriveresti in poche parole questo tuo lavoro ?
Mi sono fatto l’idea che l’Universo dialoghi continuamente con noi come fosse un segnale di fondo. Un segnale di fondo sempre presente che si propaga ovunque.
Questo segnale di fondo, che captiamo chi più chi meno, condiziona in qualche modo la musica, per come la produciamo e per come la ascoltiamo. Se guardiamo per un attimo noi stessi “dal fuori” è come se fossimo delle “antenne” (il nostro inconscio e il nostro cervello lo sono in effetti) che ricevono questo segnale di fondo, e la musica è la sua via di uscita.
Di recente hai fatto il tuo primo "Concerto per Stelle" e Piccola Orchestra Pop
Il 15 aprile abbiamo fatto la prima assoluta. È un concerto ma anche uno spettacolo ideato appositamente per raccontare al pubblico questo viaggio tra le stelle e le radici del nostro inconscio.
Di un viaggio in effetti si tratta e il primo concerto è stato un banco di prova. La cosa più complessa nel progettarlo è stata quella di cercare di dare spazio alla musica con continuità, senza rischiare di annoiare o di fare una conferenza con troppi discorsi.
Uno spettacolo a detta di molti che ti rapisce dall’inizio alla fine
Per noi sul palco si è trattato di un vero e proprio viaggio nel tempo, non ci siamo resi conti che erano trascorsi 90min, ci sembravano a dir tanto un quarto d'ora. E su questo mi stava balenando una considerazione relativa al tipo di frequenze che abbiamo usato.
Comunque mi fa piacere sapere, e l’ho visto dalle registrazioni video, che il pubblico ha seguito dall’inizio alla fine con attenzione, i cellulari riprendevano costantemente il palco.
Prossime tappe e programmi ? Parlaci dei prossimi concerti e dove poter venire a vederti
Stiamo organizzando una vera e propria squadra che lavori con me per sviluppare il progetto, il che presuppone oltre alle idee anche una gestione pratica dell'organizzazione. La ricerca prosegue e ogni data avrà necessariamente qualcosa di nuovo da raccontare.
Le prossime date sono :
domenica 15 ottobre '23 ore 17.30 - Teatro Le Laudi Firenze
domenica 7 aprile '24 ore 17.30 - Auditorium Vavolo - Pontassieve (FI)
domenica 5 maggio '24 ore 17.30 - Teatro Cantiere Florida - Firenze